Futurismo Spazialismo Astrarte

Anche Renzo Bergamo sente il fascino dell'estetica cosmogonica e vi aderisce nel 1974 apportandovi tutte le sue esperienze di pittore prodigio che vanno dal 1947 ad oggi. Gli incontri con Degasperi, Modonesí, Lattuada ed altri artisti, avvengono nel ristorante di Giancarlo Dall'Agnol l'antica Osteria Milanese che, con spirito artistico, concede ai pittori uno «spazio» per riunirsi e verificare le proprie esperienze. Da queste verifiche Bergamo ricava quelle affinità che lo predispongono a far parte del gruppo dell'Astrarte-Cosmogonia. Del resto tale approdo è il risultato d'esperienze artistiche che risalgono al 1964 quando, trasferitosi in America, fece conoscere a New York un tipo di pittura cosmica, tutta attrazioni e disfacimenti, percorsa da brividi dinamici e da un concetto di movimento che trova momenti di stasi in certe improvvise esplosioni. Ci sono nella produzione di questo periodo momenti dell'estetica nucleare o della poetica del M.A.C. tanto più che l'attività successiva, sfruttando il movimento cellulare che corrisponde a quello dello scoppio nucleare, cerca dì pervenire alle origini dell'esistenza attratta da un concetto di «Genesi» ricreato dall'intervento fantastico. Renzo Bergamo vanta una lunga attività artistica; la sua prima mostra risale al 1947 quando aveva appena tredici anni. Da allora il suo cammino è continuato senza interruzioni con quel bisogno di ricerca tipico del giovane che crede nell'Arte come unico motivo della propria esistenza. A vent'anni è a Zurigo quindi a Parigi, dal 1962 al 1966 soggiorna a New York dove verifica le proprie esperienze a contatto dell'avanguardia americana. Annota tutto, lavora senza darsi tregua; la facilità che ha nel disegnare gli permette di assimilare tutto quel che vede e di apportarvi un contributo personale. Tale facilità gli dà la possibilità di sperimentare tutta un'attività grafica che lo svincola dalle suggestioni espressioniste, per approdare ad una pittura di movimento, e per alimentare sempre più quella paziente ricerca che lo orienta da un’idea apocalittica ed escatologica, ad un’interpretazione cosmogonica della stessa. La pittura di Renzo Bergamo acquista sempre più una dimensione intellettuale, senza per questo diventare incomprensibile. I globi, le curve, il movimento delle forme, il concetto d'azione vanno orientandosi da una rappresentazione del microcosmo, alla rappresentazione del macrocosmo, con quel bisogno di abbandonare il nucleo terreno per trasferire la propria idea nel mondo dell'Astro e del Cosmo.

1976

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Un ritorno importante 

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Intervista a Renzo Bergamo