Una vertigine

Una vertigine. Se è vero, come è indubitabilmente vero, che non si dipinge, non si fa musica, non si scolpisce, non si canta con gli strumenti specifici ma con il cervello, mi sarei potuta facilmente innamorare della fiammeggiante mente di Renzo Bergamo. E me ne innamoro in continuazione.
Come mi sono innamorata e mi reinnamoro continuamente di Puccini. Di Gadda. Come perdo la testa per qualche divino musicista ogni volta che tocca il proprio strumento. Come mi lascio andare, a fatica per la verità, di fronte alla forza dirompente di un talento grandioso. Di fronte all’assoluto espresso da uno di noi. Da un uomo. Una vertigine. Le ho viste tutte insieme, le sue opere, tutte insieme, tutte in una volta, tutte nello stesso giorno. E sono sopravvissuta a stento.
La storia è strana. C’entrano Cremona, il Venezuela, Milano, Lugano e un’amicizia iniziata molti anni fa. Caterina Arancio Bergamo l’ho ritrovata dopo una vita, anzi, dopo due: la sua e la mia. Lei di me sapeva tutto. Io di lei nulla. Adesso che lei è la custode di tutto quel genio, io godo della possibilità di lasciarmi sconvolgere dall’emozione che provoca sul mio cervello e sul mio cuore la visione dei quadri di Renzo. Ormai lo chiamo anch’io così, anche se non l’ho mai conosciuto. Renzo è un ordigno esplosivo, una bomba che ti lascia senza fiato e ti obbliga a riflettere, a pensare, a capire. E anche se, come per molti, non è possibile entrare nella testa di un autentico artista, l’esercizio di provarci è già un elevarsi. Una vertigine, uno stordimento, quasi uno smarrimento. Sensazioni che non provo con facilità e che mi tengo ben strette.

2013

Mina Mazzini

Cantante, produttrice discografica, conduttrice televisiva e attrice

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